tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post3488698785075602511..comments2024-03-28T08:22:24.168+01:00Comments on La Lettrice Rampante: Di quella volta in cui ho pubblicato a pagamento...Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.comBlogger31125tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-42900467250071957062013-06-13T18:05:34.951+02:002013-06-13T18:05:34.951+02:00Ciao Elisa, volevo solo dirti che quello che hai s...Ciao Elisa, volevo solo dirti che quello che hai scritto nel post, "Io sogno un mondo in cui si badi all'autore, e non alla casa editrice" esiste gia', anche se in Italia non e' sviluppato come da altre parti. Si chiama Self Publishing, ed e' l'unica via di pubblicazione che permette ai lettori di trovare qualcosa di decente e al giusto prezzo.KINGOhttp://www.fantashock.blogspot.itnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-62398017811477468182013-06-11T10:58:28.464+02:002013-06-11T10:58:28.464+02:00Ci tengo a precisare che non ho fatto il nome dell...Ci tengo a precisare che non ho fatto il nome dell'autore semplicemente perché, visto che l'argomento EAP scalda sempre un po' troppo gli animi (non so perché, parlare di questo argomento senza che la cosa degeneri è sempre difficile), non volevo che venisse attaccato in nessun modo. Anche perché penso che la sua possa valere come esperienza di molti, ma può intervenire come, dove e quando vuole!(Non lo dico per te Giulia eh, ma in generale... che potrebbe quasi sembrare che me lo sia inventato)<br /><br />Riguardo al tuo stupore... fa strano anche a me dover scrivere e leggere certe cose, eppure ti assicuro che 2/3 delle richieste di letture che mi arrivano è già tanto che siano scritte in italiano. E questo si riflette anche nei libri...(e un editing non sempre può fare miracoli). Purtroppo sì, è indicativo del fatto che ci sono certe case editrici, non necessariamente a pagamento, che pubblicano davvero di tutto, così come ci sono certi scrittori che magari non hanno mai letto un libro in vita loro. Ed è davvero inquietante.<br /><br />Nei confronti dell'editoria e degli editori a pagamento c'è in corso una sorta di caccia alle streghe che io stessa, sebbene sia contraria a questa forma di pubblicazione, un po' fatico a spiegarmi. O meglio, fatico a spiegarmi i toni con cui questo argomento viene affrontato.Si accendono sempre e inevitabilmente. Un po' per il modo di porsi di questi editori, non sempre proprio rilassato, un po' per quello degli autori (a richieste gentili si alternano spesso veri e propri insulti), un po' perché comunque la direzione che sta prendendo l'editoria lo stiamo vedendo tutti e agli amanti dei libri un po' spiace.<br />Certo è che i pregiudizi ci sono eccome, forse perché si tende a pensare che:<br />1. è impossibile un autore abbia pubblicato con un EAP senza prima informarsa<br />2. chi pubblica a pagamento è perché non abbia trovato un editore che abbia valutato il suo lavoro meritevole, senza dover sborsare soldi.<br /><br />Sul fatto che l'Albatros sia conosciuta sì, è vero... però questo non è necessariamente positivo. Nel senso che Albatros è conosciuta ed etichettata come EAP, se ne parla quasi sempre male e questo a mio avviso non aiuta gli autori ma li penalizza (e l'esempio dell'autore che è intervenuto in questo post credo lo dimostri). Nel senso che il "bene o male purché se ne parli", secondo me non è poi così positivo.<br /><br />Non credo però che la possibilità effettiva di emergere o meno di uno scrittore dipenda tanto dalla casa editrice con cui ha pubblicato (se si escludono ovviamente quelle medio grandi). Chi ha pubblicato con una piccola free deve comunque trovare un modo di farsi notare, di diffondere in qualche modo il suo libro. La differenza forse sta nel fatto che incontra meno pregiudizi e meno difficoltà. Come dicevo anche nel post, io stessa in questo caso, ho avuto un po' di titubanza e sono stata tentata di liquidare l'autore con un "no, grazie". Così come l'ho fatto quando mi è stato chiesto da un paio di case editrici (non a pagamento) di cui non condivido la linea editoriale e il sistema di pubblicazione (leggi: Newton Compton). <br />Perché come blogger indipendente rivendico anche il mio diritto di leggere quello che voglio... Io cerco di leggere anche gli emergenti, tra un libro e l'altro, ma faccio molta fatica, anche perché purtroppo molte volte si rivela una vera perdita di tempo, indipendentemente dalla casa editrice. Il fatto che questa sia a pagamento, funge anche un po' da scrematura, forse...Elisahttps://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-8783626796889630302013-06-11T10:08:41.684+02:002013-06-11T10:08:41.684+02:00Buongiorno a tutti. Io conosco questo famigerato a...Buongiorno a tutti. Io conosco questo famigerato autore, lo sto seguendo molto da vicino nella promozione e vorrei dire un paio di cose. ( Questo commento è un'iniziativa mia, lui non sa che sto scrivendo.) La prima è una considerazione di carattere generale: il fatto che una blogger si stupisca che un ragazzo che vorrebbe diventare uno scrittore sappia scrivere decentemente, è abbastanza inquietante e indicativo sullo stato dell'editoria, dovrebbe essere una cosa inconcepibile, e invece.. Poi, premetto che io non sono qui per difendere l'editoria a pagamento, lungi da me, perché penso che chiedere certe cifre sia quasi un crimine. Sono a conoscenza delle numerose critiche fatte al Gruppo Albatros, tuttavia vorrei precisare che, se viene criticato, vuol dire che almeno è una realtà abbastanza conosciuta, a differenza di molte altre, a pagamento e non. Per quanto ci siano stati episodi di contratti proposti a casaccio, non credo sia giusto fare di tutta l'erba un fascio, perché nel caso di questo autore l'editing è stato fatto, e almeno di questo siamo stati soddisfatti. Per quanto riguarda il Salone del libro, ci sono stata anch'io: Albatros aveva due banchi, quello del "cestino" presentava opere vecchie, che erano già alla seconda o terza ristampa, poi ce ne era un altro, in cui si trovavano due copie per ogni libro della collana Nuove Voci, usciti recentemente, ciascuno disposto ordinatamente con il suo prezzo di copertina, non c'erano cestini. Non capisco perché bisogna dire che chi pubblica a pagamento non ha possibilità di emergere. Io conosco un ragazzo che ha pagato per pubblicare con una piccola casa editrice, abbastanza sconosciuta, nella mia città: è riuscito a vendere circa duemila copie, e adesso il suo secondo libro l'ho visto alla Feltrinelli tra le novità poco tempo fa. Infine, mi sono stupita molto nel leggere nei commenti frasi come: "E' già tanto che tu abbia trovato qualcuno disponibile al dialogo", perché assicuro che nel "viaggio virtuale" che questo autore sta facendo tra i blog, Elisa è stata l'UNICA fino adesso, a farsi prendere dalla curiosità e chiedere le ragioni di questa scelta, perché tutti gli altri lo hanno liquidato subito, senza farlo parlare: di questo ne prendo atto e attribuisco un gran merito ad Elisa. Quindi mi chiedo questo: stiamo parlando di una persona che scrive bene( lo ha detto anche Elisa stessa), che ha partecipato a diversi concorsi e ha vinto le pubblicazioni in due diverse antologie sia di una sua poesia, che di un racconto, perché deve trovarsi le porte così chiuse? Perché è così diffusa questa sorta di ideologia, per cui chi pubblica a pagamento deve essere liquidato a prescindere dai blogger? Cosa ci sta dietro questo atteggiamento? Chiunque gestisca un blog, credo, dovrebbe essere un amante dei libri, dovrebbe voler leggere il più possibile, quindi invece di condannare a priori, l'atteggiamento non potrebbe essere quello di dire: "Guarda, io personalmente penso che chi pubblica a pagamento sia un pirla, però sono qui per recensire autori emergenti, quindi leggerò il tuo libro; occhio però, perché se non mi piace, rischi di alimentare il mio credo". Sono ingenua io a pensarla così? Pensare che bisognerebbe concentrarsi sull'autore, invece che chiudere le porte perché ha scelto una modalità di pubblicazione che non si condivide?Giulianoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-85546498204691239812013-06-09T18:48:02.937+02:002013-06-09T18:48:02.937+02:00Questo indubbiamente. E infatti molti scrittori sc...Questo indubbiamente. E infatti molti scrittori scoprono di essere rimasti segnati da questo errore. Forse non erano destinati a essere pubblicati, per scelte editoriali avverse o inadeguatezza del manoscritto. Non so, spero che nel caso specifico sia un buon testo.Argonauta Xenohttps://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-86243326759151671252013-06-09T11:28:00.845+02:002013-06-09T11:28:00.845+02:00Credo che la tua domanda sia fondamentale: è una q...Credo che la tua domanda sia fondamentale: è una questione di soldi? Per alcuni autori sicuramente sì, per altri la cosa bella è semplicemente pubblicare e trovare lettori per i suoi libri. Per le case editrici, o almeno per la maggior parte, sì, temo che sia una questione di soldi, altrimenti non si spiegherebbero né le EAP né il successo editoriale o comunque anche solo la messa in vendita di cose di pessima qualità, quasi oscene... <br />Eppure, non so, sebbene riesca a comprendere perfettamente il tuo discorso e anche in linea di massima a condividerlo, ho comunque delle difficoltà a farmi passare i pregiudizi sulle EAP... forse perché sono quelle che chiedono i soldi dagli autori nel modo più esplicito e diretto, forse perché sono quelle che sono state più vittima di persecuzioni (più o meno valide, ripeto, perché io sulle liste ho qualche dubbio)... fatto sta che gli autori che hanno pubblicato a pagamento, per quanto bravi, se non addirittura più bravi di certe nuove uscite di case editrici big, partono sicuramente svantaggiati e difficilmente la loro opera riuscirà a diffondersiElisahttps://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-66827267546688659062013-06-08T19:51:17.314+02:002013-06-08T19:51:17.314+02:00"Però trovo anche una certa ingenuità in ques..."Però trovo anche una certa ingenuità in questa sua posizione."<br /><br />Può darsi. Ma se per sbaglio fosse davvero un buon libro e qualcuno, avendolo letto e apprezzato, avesse deciso di promuoverlo e distribuirlo con serietà ed efficacia, e se l'autore riuscisse, diciamo, ad andare in pari con quanto sborsato, allora il discorso cambia? Ci sono tutta una serie di trucchi con cui gli editori cercano di rientrare rapidamente nelle spese (chiedere soldi all'autore è forse il più onesto) e questo fa oscillare pericolosamente un nome tra l'editoria tradizionale e l'EAP - finendo nelle liste di proscrizione che si trovano in giro. Ma se l'autore, dopo aver pagato, ci guadagnasse, rientra tra chi scrive o tra chi si fa stampare? In altre parole, se ti mostro un estratto conto in attivo posso considerare pulita l'onta di aver pubblicato pagando?<br />Lo so, questo caso è uno su mille. O duemila, quello che è. Ma anche il tuo discorso sui piccoli editori. A me piacciono, a te piacciono, ma hanno vita breve. L'anno scorso ho visto chiudere due editrici che seguivo e un'altra ha svenduto a un gruppo più grosso. Era editoria di nicchia, ma il punto è questo: l'autore (esordiente) pagato è quello che riesce a vendere, che ha un'idea vendibile e meritevole di essere confezionata. Perché i grandi editori fanno un gran bel lavoro! Possono permettersi di investire in editor, correttori, grafici e quant'altro, perché spendendo 1 ricaveranno 1000. E così l'autore, magari anche mediocre e bistrattato, sarà vincente. Ora, ti chiedo: è una questione di soldi? Perché mr nessuno (o qualcuno, che è anche peggio) che esordisce con Mondadori con un libricino mediocre, solo perché ha guadagnato tanto, è a priori preferibile mr nessuno (di certo non è qualcuno) che ha pagato tanto?<br />Non è proprio una questione di soldi.<br />L'editoria è una questione di soldi, non certo scrivere, perché a parte quei cinque di campare scrivendo (narrativa) proprio non se ne parla. È una questione di tradizione, perché l'editoria tradizionale ti paga - l'EAP la paghi. Se c'è selezione, poi, significa che c'è la speranza di vendere qualche copia, e che quindi non è neanche poi tanto libera per l'aspirante scrittore.<br />E l'EAP è già vecchia, nel mondo digitalizzato, tornerà a essere uno strumento per libri tecnici, commemorativi e di interesse circoscritto.<br />My 20 cents. (È una fase, smetterò di scriverlo ovunque!)Argonauta Xenohttps://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-26956490046450915022013-06-08T17:16:57.935+02:002013-06-08T17:16:57.935+02:00certo non si parlava affatto di questo, non vorrei...certo non si parlava affatto di questo, non vorrei parlare per invidia, ma mi pare quasi certo che i 50 vincitori....Carlahttps://www.blogger.com/profile/05929340966261641542noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-5792831823966307612013-06-08T09:30:03.246+02:002013-06-08T09:30:03.246+02:00Il narcisismo degli scrittori è un grosso problema...Il narcisismo degli scrittori è un grosso problema, ma in generale in tutti gli ambiti artistici. Soprattutto quelli in cui puoi dire "è il mio stile e tu non capisci". Tipo la fotografia, la scrittura. <br />Chi non accetta le critiche e si crede arrivato, secondo me arrivato lo è davvero. Nel senso che non vi è possibilità di sviluppo futuro. <br />Mi viene da pensare ai grandi scrittori - quelli che io, molti, considerano grandi scrittori, certo - e al modo sofferto, problematico, spesso angosciante con cui si rapportavano alla propria opera. Sempre alla ricerca. Sempre "mai abbastanza".<br /><br />Io da scrittore vorrei essere apprezzato, corteggiato, vorrei un editore che creda nelle mie parole e ci investa su soldi per farne lui molti di più <-- ho la stessa idea di editoria. Per questo per me quella a pagamento non è editoria, ma una stampa a pagamento. Una scelta, ma non editoria. Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-39845951955870578732013-06-08T00:36:55.898+02:002013-06-08T00:36:55.898+02:00Io da scrittore vorrei essere apprezzato, corteggi...Io da scrittore vorrei essere apprezzato, corteggiato, vorrei un editore che creda nelle mie parole e ci investa su soldi per farne lui molti di più. Diversamente dove sta il merito?<br />A fine corso alla Holden ho chiesto al mio prof come fa a sopportare tutte queste persone che fanno fatica ad accettare critiche. Lui mi ha risposto dicendo che il nostro era un corso già tollerante (ho fatto fatica a immaginarmi gli altri). Anche in quel caso son rimasto stupito: se ti credi arrivato, se scrivi una merda durante un corso che hai scelto per imparare, migliorare, e non accetti le critiche di chi ha più esperienza, investì i tuoi soldi per autopubblicarti e non per i corsi!!Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/00031552569010219924noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-69930098337499708342013-06-07T23:31:34.811+02:002013-06-07T23:31:34.811+02:00Ho fatto una prova, stasera. Considerate che i mie...Ho fatto una prova, stasera. Considerate che i miei genitori sono <br />1) totalmente disinteressati alle faccende di editoria<br />2) se leggono EAP pensano sia la sigla di qualche distributore di benzina<br />3) sono lettori e conoscono case editrici, ma appunto come fruitori. Non si fanno problemi, non bazzicano su internet se non per cose base, eccetera.<br />Dei classici soggetti "ingenui", volendo. No? Quelli che stiamo sempre lì a dire "ma uno non lo sa se non è come noi che bene o male bazzichiamo". (Premesso che secondo me se uno scrive un minimo dovrebbe essere a googlare roba e far ricerche...)<br />Comunque. Stasera ho accennato la questione editoria a pagamento. Ho parlato di una cosa avvenuta davvero, di un medico mio professore che ha pubblicato con Albatros.<br />Faccio: "Beh, ha pubblicato pagando." Ho buttato lì.<br />Mio padre: "Ah, tipo quelli che gli porti il libro scritto dal tuo parente morto e te lo stampano e lo distribuisci alla gente al funerale?"<br /><br />Ok. A parte questa replica. Insomma, salta fuori che secondo i miei - che proprio sono al di fuori e io non ho detto niente di che durante il dialogo - se sei uno scrittore c'è qualcuno che ti paga, se tu paghi qualcun altro sei semplicemente uno che vuol farsi stampare la roba. Tipo una copisteria.<br /><br />Insomma. Ingenuità ok. <br />Però c'è pure la logica.<br /><br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-69741584885406569542013-06-07T20:55:29.887+02:002013-06-07T20:55:29.887+02:00Io non sono così sicura che tutti lo sappiano.
A ...Io non sono così sicura che tutti lo sappiano. <br />A noi sembra un argomento ridondante, riportato ovunque, perchè leggiamo blog che parlano di libri (anzi, mi sa che questo è appena il gradino più basso, qui :P )<br />Molti di questi scrittori non leggono nè su carta ne in rete.<br />Questo posso dirtelo perchè ho parlato con alcuni di essi ad Umbrialibri, e davvero pensano che all'inizio fanno tutti così, cioè ti fanno comprare un minimo di copie ( mi riferisco sempre al caso di cui sopra)Tiziana♥noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-84353460599260429182013-06-07T20:45:46.900+02:002013-06-07T20:45:46.900+02:00Anch'io sapevo che rientrassero tra gli eap qu...Anch'io sapevo che rientrassero tra gli eap quelli che fanno comprare copie. E infatti l'ho postato come esempio del mio solo contatto con quel mondo. Credo rientri in quello che le pagine strappate ha chiamato a doppio binario. E tu Elisa dici esattamente quel che intendevo dire io, solo che lo fai meglio di me ^-^Tiziana♥noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-35766810821973344712013-06-07T19:17:50.183+02:002013-06-07T19:17:50.183+02:00Quello è vero... ora gli strumenti per informarsi ...Quello è vero... ora gli strumenti per informarsi ci sono tutti e la scusa "non lo sapevo" non so quanto possa più reggere. Anche perché ora di editoria a pagamento si parla davvero ovunque e se vuoi pubblicare devi un minimo informarti secondo me. Anche perché ne va davvero a tuo discapito.<br /><br />Sulla pubblicità le piccole piccole sono tutte allo stesso livello,secondo me... penso che dipenda più dall'intraprendenza e dalla voglia di fare dell'editore che non dalla dimensione della casa editrice o dal fatto che sia o meno a pagamento.<br /><br />Non so, io non riesco davvero a trovare alcuna scusante a questa forma di pubblicazione, per quanto legale, ci mancherebbe...<br /><br />Forse dovremmo scriverlo, questo vademecum!<br /><br />Elisahttps://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-31408315686307218772013-06-07T19:08:25.916+02:002013-06-07T19:08:25.916+02:00Prima di avere il blog ero comunque una lettrice f...Prima di avere il blog ero comunque una lettrice forte ma proprio non avevo idea dell'esistenza della EAP. Ingenuità, ottimismo, fede in un mondo buono... non so, il pensiero non rientrava nella mia concezione del mondo. (infatti nel blog ho recensito pure due autori Albatros senza essere a conoscenza della cosa :/ ). <br />Poi ho cominciato a girare, a leggere non solo libri ma opinioni nel web e ho scoperto il misfatto. Non c'è voluto molto per individuarlo e tenermene lontana.<br />Non capisco perché gli scrittori ci caschino, perché davvero ci sono quelli che pensano che vada così e io non riesco a crederci che nel 2013, l'era di internet, uno non sappia informarsi con una piccolissima ricerca in google.<br />Perciò o sei di un'ingenuità disarmante, e le EAP ci campano con gli ingenui, o sai come funziona e pensi sia l'unico modo per farti pubblicare. E in tal caso...<br />Non credo al fatto che le EAP facciano una migliore pubblicità o distribuzione del prodotto, l'Albatros in primis, che raramente si trova in libreria.<br />Non credo ci sia una grande selezione. Ok, probabilmente non accetteranno chiunque, ma se per ogni romanzo che pubblicano si fanno pagare profumatamente, è ovvio che la selezione non sarà mai così aspra, figuriamoci.<br />E vabbé, sto ripetendo le cose che hai detto tu, Elisa, e chi ha commentato il post ma questa è una questione che mi fa girare le scatole. Ci vuole un vademecum per scrittori ingenui o boriosi.Girasonia76https://www.blogger.com/profile/17854476181697942063noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-57758700629643430092013-06-07T18:18:39.917+02:002013-06-07T18:18:39.917+02:00E ovviamente questo al momento dell'invio dell...E ovviamente questo al momento dell'invio della poesia non era specificato, vero? Mi piacerebbe sapere in quanti ci sono cascati e hanno pubblicato...Elisahttps://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-29447169845905490862013-06-07T18:04:55.288+02:002013-06-07T18:04:55.288+02:00Vi porto la mia testimonianza anche se non si trat...Vi porto la mia testimonianza anche se non si tratta della pubblicazione di un romanzo.<br />Nel mese di febbraio di quest’anno, sollecitata da un’amica, ho inviato una mia poesia al concorso on-line “In cerca d’autore” Casa Editrice Pagine. L’ho fatto così, per provare, tanto non mi costava nulla.<br />Dopo un po’ di tempo mi arriva una e-mail dalla suddetta casa editrice che mi porge “…i miei complimenti per aver superato la nostra selezione ed averci colpito con il Suo testo…..” e mi propone di pubblicare alcune poesie alla modica cifra di € 150 circa; tutto questo ovviamente prima che venissero resi noti i vincitori del concorso.<br />Io ho così risposto: “Gent.ma Dott.ssa …………, <br />nonostante l'interesse per la possibilità che mi offre, sono costretta a declinare l'invito. Pur essendo persona positiva ancorchè a tratti malinconica, non sopravvaluto le mie capacità e la mia grande passione per le parole - del tutto spontanee - non mi rende artista degna di questo nome. Per questo immagino che la proposta rivoltami non sia dovuta al mio merito, ma sia offerta ad ogni partecipante dei vostri concorsi.<br />Sono comunque lusingata e colpita dalla sua gentilezza, la ringrazio rivolgendole un augurio di buon proseguimento di giornata e di vita! Cordialmente”<br />La risposta quasi simultanea della casa editrice è stata:<br />“il concorso è una strada parallela rispetto al progetto che Le abbiamo proposto. I partecipanti al concorso sono più di 35.000 e noi abbiamo voluto dare la possibilità a chi effettivamente ha delle qualità espressive, di poter essere gratificato mettendo a disposizione uno spazio di pubblicazione. I vincitori sono solo 50 e quindi si renderà conto benissimo che il nostro lavoro di selezione da parte della redazione, è stato molto accurato.”<br />A parte il fatto che i libri di poesia non si vendono e quindi non si scrivono poesie per diventare ricchi o famosi, sapevo già quale sarebbe stato l’esito del concorso, non sono rientrata nemmeno nel numero dei premiati con € 100,00 in libri Pagine (dal 4° al 50° classificato).<br />Carlahttps://www.blogger.com/profile/05929340966261641542noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-72147586850542589612013-06-07T17:58:02.635+02:002013-06-07T17:58:02.635+02:00Subito non ero convinta di chiedere maggiori spieg...Subito non ero convinta di chiedere maggiori spiegazioni, proprio perché temevo di trovarmi di fronte a uno dei soliti scrittori emergenti super-egocentrici. Però poi mi sono detta di provare e per me comunque, pur non condividendo il suo pensiero, è stato un dialogo arricchente.<br /><br />E' un argomento difficile, che non si sa bene perché mette subito persone all'attacco e persone sulla difensiva. <br /><br />E' vero, il fatto che sia una pratica legale non significa che sia giusto sottoporsi a una pratica del genere... però rimane il fatto che se queste case editrici esistono e spopolano è perché davvero c'è qualcuno che le usa (chi facendosi un po' fregare, chi perché proprio le vuole usare).<br /><br />Come dicevo prima nel commento a la Leggivendola... noi lo sappiamo perché seppur in posizione un pochino marginale, bazzichiamo in quel mondo... però non tutti lo fanno, non tutti leggono blog o siti che trattano proprio questo argomento. Dovrebbero farlo, certo, prima di pubblicare. Ma riesco anche a capire che l'entusiasmo a volte possa giocare brutti scherzi.<br /><br />(se legge o no, non lo sappiamo e non possiamo dirlo...)<br /><br />Elisahttps://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-21454215074671195132013-06-07T17:51:55.394+02:002013-06-07T17:51:55.394+02:00Si ma ce ne sono anche tantissime altre eh! Hanno ...Si ma ce ne sono anche tantissime altre eh! Hanno però effettivamente tempi di lettura lunghissimi e secondo me la maggior parte di quelli che pubblicano a pagamento caschino proprio su quello. <br /><br />L'impressione che l'autore sappia di aver fatto una cavolata l'ho avuta anche io nello scambio di mail... e credo che il suo impuntarsi però sia proprio frutto di questa consapevolezza e del fatto che comunque, nonostante tutto, crede nella sua opera. <br /><br />Sulla conoscenza del mondo editoriale, boh, onestamente io non è da molto che mi interesso di ste cose. Penso che fino a due anni fa se mi avessero detto che esistono editori a pagamento sarei cascata dal pero. Certo, se mai avessi avuto qualcosa da pubblicare forse mi sarei informata di più, sarei stata più attenta... Lui non mi sembra comunque abbia mai detto di saperne del mondo editoriale, quindi da quel punto di vista lì lo trovo quasi scusabile.<br /><br />Sulle liste, non so, onestamente sono un po' scettica... anche perché a volte ci sono finite in mezzo case editrici che a pagamento non erano. Quindi boh, le guarderei, certo, ma poi comunque due ricerche le farei anche per conto mio. Anche perché credo che di fronte a un contratto si capisca se è a pagamento o meno, no?Elisahttps://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-389808554527778562013-06-07T17:47:08.411+02:002013-06-07T17:47:08.411+02:00Ma è definibile da chi? E' una domanda che mi ...Ma è definibile da chi? E' una domanda che mi sono sempre chiesta... (anche io comunque sapevo che rientravano nella case editrici a pagamento anche quelle che richiedono l'acquisto delle copie).<br /><br />Anche io sono convinta che qualche buon autore ci sia anche tra quelli che hanno pubblicato a pagamento, così come anche tra chi si è autopubblicato. Così come però sono convinta che non riusciranno mai a farsi vedere e ad avere lo stesso credito di chi è stato pubblicato da una casa editrice non a pagamento... è così per forza, perché cmq per fortuna, nonostante certi terribili scivoloni editoriali, alle case editrici viene ancora riconosciuto un certo lavoro di selezione e di scrematura del testoElisahttps://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-14459150626146852902013-06-07T17:43:43.583+02:002013-06-07T17:43:43.583+02:00Diciamo che forse per gli autori emergenti cadere ...Diciamo che forse per gli autori emergenti cadere nella "trappola" degli editori a pagamento è davvero facile... c'è chi se ne accorge in tempo (come hai fatto tu) e chi no... Elisahttps://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-58844321472887054902013-06-07T17:40:33.446+02:002013-06-07T17:40:33.446+02:00La frase sui blog come filiali, succursali delle C...La frase sui blog come filiali, succursali delle CE gratuite ha lasciato perplessa anche me. Non ne capisco bene il senso, se devo essere sincera... ma penso si riferisse al rifiuto diffuso di leggere e recensire libri pubblicati a pagamento. <br /><br />Sul resto concordo... mi sembra incredibile pensare che le case editrici free siano, come dice lui, "sconosciute a livello popolare"... basta leggere, basta informarsi. Mi è sembrata una risposta un po' di comodo, ecco...<br /><br />Elisahttps://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-54137237443714544662013-06-07T17:26:32.205+02:002013-06-07T17:26:32.205+02:00Plausibile >_>Plausibile >_>LaLeggivendolahttps://www.blogger.com/profile/10236731340384526221noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-71916430930966255712013-06-07T16:31:39.984+02:002013-06-07T16:31:39.984+02:00forse perché... noi leggiamo e non solo di grandi ...forse perché... noi leggiamo e non solo di grandi editori?<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-20031896558859187922013-06-07T16:21:07.453+02:002013-06-07T16:21:07.453+02:00Ma sai che pensavo giusto a loro? O_oMa sai che pensavo giusto a loro? O_oLaLeggivendolahttps://www.blogger.com/profile/10236731340384526221noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-90018845723380163532013-06-07T16:21:02.638+02:002013-06-07T16:21:02.638+02:00Mhmmm... tosta questa. Hai fatto più che bene ad a...Mhmmm... tosta questa. Hai fatto più che bene ad aggiungere un monito come premessa perché parliamo di una questione che, come hai detto tu stessa, infiamma parecchio gli animi. <br />In realtà non dovrebbe così, quest'argomento non dovrebbe rappresentare un campo di battaglia ed invece sembra che i due schieramenti (lettori vs. scrittori) non riescano proprio a comunicare (per quanto tu abbia trovato una persona abbastanza disponibile al confronto, caso più unico che raro). Non dimentichiamo che gli uni esistono grazie agli altri, e viceversa. Io penso che lettori e scrittori dovrebbero piuttosto creare un fronte unico contro queste case editrici a pagamento; il fatto che "possano farlo" non significa che sia giusto sottoporsi ad una pratica del genere. Non so, non voglio neanche tanto giudicare la scelta iniziale di questo autore perchè non mi sono mai trovata neanche nella situazione di dover pensare di pubblicare qualcosa però da profana, da lettrice e da blogger, sono incappata in tantissime guide sul self-publishing come ricordava giustamente Chiara o comunque suggerimenti sulle modalità di pubblicazione che non comportano compromessi di questa portata.<br />Avessi un mio romanzo, un lavoro a cui ho dedicato “lacrime e sangue”, credo che vaglierei ogni singola possibilità prima di sceglierne una che non mi convince del tutto, dovessi aspettare anche dieci anni. Io, al contrario di quanto si diceva, non sogno nessun mondo ma sono abbastanza fatalista da pensare che ogni cosa arrivi al momento giusto quindi, fossi un autore, eviterei ogni scelta frettolosa e azzardata per non dovermene pentire in futuro. E poi, ultima cosa e chiudo, com'è che noi conosciamo le case editrici che si offrono di pubblicare gratuitamente mentre "loro" no? E’ quasi paradossale, o sbaglio?<br />Anonymousnoreply@blogger.com