"I miei genitori sono gente aperta. Non resteranno anninetati dalla notizia" confida Philip. Sa che il tipo d'amore che lui ha scelto di vivere non è convenzionale, non è facile; ma non vede motivi per costringersi ancora a tenere segreta la sua realtà vera, la tenerezza che ha cercato e trovato, la sua speranza di felicità, perchè "qualunque sia la cosa che amiamo, è quello che noi siamo". Era il 1986. Con questo libro delicato, tagliente, preciso nella chirurgia dei sentimenti che uniscono e dividono generazioni attigue e diversissime, David Leavitt entrava nella corsa verso il Grande Romanzo Americano.
Scrivere di omosessualità non è facile. E, se devo essere sincera, non è facile nemmeno leggerne.
Io sono dell'idea che tutti abbiano diritto di essere felici, che se due persone si amano debbano poter stare insieme ed essere riconosciuti a livello legale, siano essi un uomo e una donna, due donne, due uomini o anche solo due amici che non vogliono vivere da soli. E nel 2012 questo dovrebbe essere un diritto riconosciuto. E per fortuna in questi anni a poco a poco le discriminazioni stanno diminuendo (non abbastanza velocemente purtroppo), alcuni stati stanno iniziando ad aprirsi in questo senso e a legalizzare le unioni delle "coppie di fatto" (in Italia siamo ancora lontani purtroppo).
Diversa era la situazione nel 1986, anno in cui è ambietato questo romanzo. Anni in cui si iniziava a dichiararsi, anni in cui si viveva con lo spettro sempre troppo presente dell'AIDS, anni in cui ancora si era obbligati a nascondere.
Questo bellissimo libro di Leavitt tratta i vari aspetti dell'omossessualità: la scoperta di esserlo e il primo innamoramento in Philip, lo shock della madre Rose quando questo le viene rivelato, i turbamenti del padre Owen che lo è sempre stato cercando però di negarlo, di "curarsi" con il matrimonio, fino ad arrivare però a non poter più negare la propria natura.
E' un libro difficile da leggere, non per lo stile (anzi, scorre veloce e appassiona) ma per l'argomento trattato. Ho pensato a cosa avrei fatto io se fossi stata in Philip e come avrebbero reagito i miei. Ho pensato a quale sarebbe stata la mia reazione se fossi stata in Rose, come reagirei se mio figlio/a arrivasse e mi dicesse che è omosessuale. Ho pensato a Owen e a questo suo nascondersi nel matrimonio, questo suo ingannare sé stesso e la sua natura, e coinvolgere nell'inganno una persona che semplicemente di lui era innamorata.
Ognuno ha i suoi sentimenti e le sue emozioni, impossibili da giudicare o da condannare. Capisco la reazione di Rose, capisco che possa essere uno shock. Capisco ancora di più la voglia di chiarezza di Philip, il suo voler essere onesto e sincero con i suoi genitori, la sua ricerca di amore che non cambia in base al sesso verso cui lo prova. Capisco un po' meno Owen, se devo essere onesta, perché non trovo giusto questo negare sè stessi, soprattutto se porta a soffrire anche altri. Però erano altri tempi, la società, che ancora oggi giudica e punta il dito, allora era ancora peggio.
Se proprio devo fare una critica al libro è forse l'eccessiva descrizione dei dettagli nelle scene di sesso, ma questo è un aspetto che mi turba sempre, anche in storie d'amore tra persone di sesso opposto, quando ne viene fatto un uso quasi eccessivo e non giustificato dalla trama.
Comunque è un libro molto bello, molto intenso e che apre gli occhi su molte cose. Consigliatissimo!
Nota alla traduzione: ben fatta direi!
Per acquistare La lingua perduta delle gru (Oscar contemporanea)
Scrivere di omosessualità non è facile. E, se devo essere sincera, non è facile nemmeno leggerne.
Io sono dell'idea che tutti abbiano diritto di essere felici, che se due persone si amano debbano poter stare insieme ed essere riconosciuti a livello legale, siano essi un uomo e una donna, due donne, due uomini o anche solo due amici che non vogliono vivere da soli. E nel 2012 questo dovrebbe essere un diritto riconosciuto. E per fortuna in questi anni a poco a poco le discriminazioni stanno diminuendo (non abbastanza velocemente purtroppo), alcuni stati stanno iniziando ad aprirsi in questo senso e a legalizzare le unioni delle "coppie di fatto" (in Italia siamo ancora lontani purtroppo).
Diversa era la situazione nel 1986, anno in cui è ambietato questo romanzo. Anni in cui si iniziava a dichiararsi, anni in cui si viveva con lo spettro sempre troppo presente dell'AIDS, anni in cui ancora si era obbligati a nascondere.
Questo bellissimo libro di Leavitt tratta i vari aspetti dell'omossessualità: la scoperta di esserlo e il primo innamoramento in Philip, lo shock della madre Rose quando questo le viene rivelato, i turbamenti del padre Owen che lo è sempre stato cercando però di negarlo, di "curarsi" con il matrimonio, fino ad arrivare però a non poter più negare la propria natura.
E' un libro difficile da leggere, non per lo stile (anzi, scorre veloce e appassiona) ma per l'argomento trattato. Ho pensato a cosa avrei fatto io se fossi stata in Philip e come avrebbero reagito i miei. Ho pensato a quale sarebbe stata la mia reazione se fossi stata in Rose, come reagirei se mio figlio/a arrivasse e mi dicesse che è omosessuale. Ho pensato a Owen e a questo suo nascondersi nel matrimonio, questo suo ingannare sé stesso e la sua natura, e coinvolgere nell'inganno una persona che semplicemente di lui era innamorata.
Ognuno ha i suoi sentimenti e le sue emozioni, impossibili da giudicare o da condannare. Capisco la reazione di Rose, capisco che possa essere uno shock. Capisco ancora di più la voglia di chiarezza di Philip, il suo voler essere onesto e sincero con i suoi genitori, la sua ricerca di amore che non cambia in base al sesso verso cui lo prova. Capisco un po' meno Owen, se devo essere onesta, perché non trovo giusto questo negare sè stessi, soprattutto se porta a soffrire anche altri. Però erano altri tempi, la società, che ancora oggi giudica e punta il dito, allora era ancora peggio.
Se proprio devo fare una critica al libro è forse l'eccessiva descrizione dei dettagli nelle scene di sesso, ma questo è un aspetto che mi turba sempre, anche in storie d'amore tra persone di sesso opposto, quando ne viene fatto un uso quasi eccessivo e non giustificato dalla trama.
Comunque è un libro molto bello, molto intenso e che apre gli occhi su molte cose. Consigliatissimo!
Nota alla traduzione: ben fatta direi!
Per acquistare La lingua perduta delle gru (Oscar contemporanea)
Ho sempre adorato Leavitt, sia nei romanzi che nelle raccolte di racconti... lo consiglio pure io :)
RispondiEliminaio di Leavitt ho letto "Il corpo di Jonah Boyd" e l'ho adorato :-)
RispondiEliminaIo non lo conoscevo! Poi ho visto sto titolo (non so nemmeno più dove, forse su aNobii) che mi ha attratto un sacco. E dopo aver letto commenti molto positivi ho deciso di provare a leggerlo.
RispondiEliminaOra mi sa che ne leggerò anche altri comunque! (magari accetto il tuo suggerimento Marco! :) )
Anni fa di Leavitt lessi "il voltapagine". Lettura piacevole ma non mi aveva convinto del tutto e avevo trovato anche io un tantino insistite le descrizioni sessuali. Proverò a leggere il romanzo di cui parli...a distanza di anni potrebbe farmi un'impressione diversa.
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