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domenica 15 gennaio 2012

FALLO -Demetrio Tondella

Il protagonista di quest'avventura in Francia sei tu. Se saprai metterti in discussione potrai viaggiare, parlare una nuova lingua, riscoprire un'amicizia e crearne di nuove, distinguere l'amore dall'infatuazione e ritrovare la grinta, la speranza e il sorriso. Puoi darti un'opportunità di riscatto, perché non farlo? E allora FALLO.

E' la prima volta che mi capita di leggere un libro di cui conosco personalmente l'autore.
E devo ammettere che questo mi crea qualche difficoltà nello scrivere la recensione. Da un lato ho paura di non essere imparziale e di fare un commento super positivo solo perché conosco Demetrio e perché trovo semplicemente fantastico il fatto che sia riuscito a realizzare il sogno, che io e sono sicura molti altri hanno, di scrivere un libro. Dall'altro ho paura che per questa mia paura di non essere imparziale la mia recensione venga fuori troppo acida o troppo puntigliosa.
Insomma, è difficile.
Cercherò di non pensare ai primi anni di liceo, al periodo in cui capitava di uscire tutti in gruppo. Cercherò di non pensare che il Demetrio Tondella autore di questo libro è lo stesso con cui un'estate abbiam fatto il bagno nel Lago Sirio a Ivrea o che salutavo sempre con un sorriso quando capitava di incrociarlo per Torino. Insomma, cercherò di parlare solo ed esclusivamente del libro.

"Fallo" non è proprio un vero romanzo. Lo classificherei più come il diario di un venticinquenne alla ricerca del proprio futuro. In un momento di dubbi e di scelte, il protagonista (che è il lettore, perché è tutto scritto in seconda persona) decide di partire per la Francia, per imparare il francese in vista del test di ingresso di un master che si svolgerà a Parigi. Ma non prenota un albergo o affitta una casa, no. Sceglie invece due modi di viaggiare particolari, che ammetto di non aver mai sentito nominare prima di leggere questo libro: il "couchsurfing", ovvero girare il mondo "di divano in divano", facendosi ospitare da chi aderisce a questa iniziativa, e il "woofing" ovvero offrire il proprio lavoro in cambio di vitto e alloggio in fattorie biologiche.
Demetrio ci racconta la sua esperienza diretta, i rapporti che si creano con chi ospita, la fatica del lavoro ma anche la soddisfazione nell'andare d'accordo con i propri host. Certo, il suo vivere in campagna (ad Andrate, un paesino sperduto sulla Serra eporediese) in questo lo aiuta molto. Ci racconta del bello e del brutto di questa pratica: degli host collaborativi che apprezzano il tuo lavoro e di quelli che invece ti sfruttano e basta, snaturando la vera funzione del woofing. Ci racconta di nuovi incontri, di sbandate e innamoramenti, in un viaggio per trovare sé stessi.

Certo, il libro è un'opera prima, autopubblicata, che quindi non ha alle spalle editor e correttori di bozze professionisti, che da un lato lasciano all'autore la spontaneità della narrazione ma dall'altro non evitano qualche refuso che si trova qua e là.
La scrittura è una scrittura di getto, senza troppa attezione allo stile, cosa che si rispecchia nell'alternarsi di frasi semplicemente geniali ad altre un pochino scadenti (personalmente, ho trovato l'unica scena di "quasi" sesso un pochino imbarazzante per come è stata descritta, ma forse in questo caso il conoscere l'autore un pochino ha influito).
Anche la scelta della narrazione in seconda persona a tratti è risultata macchinosa, ma forse perché mi conosco e so che non avrei mai lo spirito d'avventura e il coraggio di girare la Francia di divano in divano e di fattoria in fattoria.

Detto questo, il libro ha sicuramente del potenziale. Anche perché si fa leggere bene, si partecipa con le avventure e le disavventure del protagonista, si parteggia per lui quando ci sono host antipatici e si apprezza la simpatia di quelli che invece lo accolgono bene. Anzi, a volte si avrebbe voluto saperne di più, conoscere ancora più aspetti dei protagonisti, leggere magari qualche scambio di dialogo, perché, almeno in me, è nata una curiosità molto forte di sapere come si riesce a vivere per un paio di giorni, ma anche per settimane, in casa di persone che non si conoscono, cosa si riesce a dire.
E sarebbe bello anche riuscire a vivere all'insegna della "serendipity", cosa che al protagonista del romanzo riesce proprio bene: l'idea di vivere le cose come vengono, senza stupirsi, di godersi le situazioni e gli eventi che capitano, perché la felicità si può trovare quando meno se lo si aspetta, anche mentre se si sta cercando altro.

E quindi, lasciatemelo dire, Demetrio ha fatto un grande lavoro, mettendo per iscritto le sue sensazioni, le sue avventure, la sua ansia da futuro e le sue indecisioni, condividendo con i lettori questi sentimenti, perché alla fin fine sono cose in cui ci possiamo trovare tutti (l'ansia da futuro nei venticinquenni credo sia molto diffusa)
In parte provo anche un po' di invidia, non posso negarlo, perché scrivere un libro è un sogno che porto nel cassetto da un po' (e quando ho conosciuto Demetrio ero nella fase più creativa della mia vita, scrivevo racconti a raffica... che poi ho mollato lì).
E sono contenta che almeno lui sia riuscito a realizzare questo sogno.


Per acquistare il libro in formato e-book: FALLO
Per acquistare il libro in formato cartaceo: Fallo, di Demetrio Tondella
Per maggiori informazioni su Demetrio e il suo libro: www.DemetrioTondella.com

3 commenti:

  1. Mi fa uno strano effetto leggere di posti che sono vicini a casa mia :)

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  2. In Italia ci sono molti aspiranti scrittori che cercano di "farcela", che hanno il sogno di scrivere un libro, di vederlo pubblicato e magari apprezzato. Va bene che a questo mondo scrivono proprio tutti, persino Fabio Volo e/o il suo ghostwriter, ma non è che chiunque si possa definire uno scrittore, solo perché conosce Fiorello magari.

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  3. Chi segue il mio blog sa benissimo che ogni volta che recensisco un libro dico esattamente quello che penso, senza lasciarmi influenzare da niente e nessuno (e questo mi ha portato anche a ricevere qualche commento non proprio gentile).
    E anche in questo caso, ho letto il libro dimenticandomi di chi l'avesse scritto o di chi l'avesse pubblicizzato. Non tutti leggono i libri perché sono pubblicizzati da gente famosa, sai?

    Ho trovato nel libro del gran potenziale, sebbene, come ho anche sottolineato nel commento, ci siano diverse cose che andrebbero assolutamente riviste.
    A differenza di diversi altri libri che mi vengono inviati spesso via mail e che non ho praticamente mai recensito, vuoi perché non sono riuscita a finirli, vuoi perché all'autore non è piaciuta la mia recensione, in "Fallo" non ho trovato quel grande peccato di superbia che caratterizza molti di quegli "aspiranti scrittori che cercano di farcela".

    L'autore è stato a mio avviso molto bravo nel pubblicizzare (usando solo ed esclusivamente i suoi mezzi e la sua faccia) la sua opera, è stato bravo a crederci tanto e, secondo me, è riuscito a trasmettere questo suo entusiasmo a buona parte dei suoi lettori.
    Ha raccontato la sua esperienza, in una sorta di diario che non ha nessunissima pretesa da premio Nobel o da Pulitzer.
    Se hai letto il libro, magari lascia una critica un po' più costruttiva.
    Se non lo hai letto, prima di dire che il libro vende (che poi, onestamente, non credo che ora l'autore possa vivere di rendita tutta la vita... forse nemmeno un mese) solo perché lo ha pubblicizzato gente famosa, leggilo.

    E firma i commenti la prossima volta, perché se tanto questo è davvero quello che pensi (e sei liberissimo di pensarlo, ci mancherebbe!) non dovresti avere problemi ad aggiungerci un nome

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